venerdì 29 giugno 2012

Verdure al cartoccio



Ingredienti (per 4 persone):

- 4 patate
- 320 g di carote piccole
- 200 g di cavolini di Bruxelles
- 24 pomodorini ciliegia
- 4 cipollotti
- 4 rametti di timo
- 8 cucchiaini di olio d'oliva extravergine
- sale


Preparazione:

Lavare, mondare e sbucciare le patate e le carote; lavare e mondare i cavolini di Bruxelles.
Lessare le verdure in un tegame con acqua salata e scolarle al dente.
Mondare e affettare sottilmente i cipollotti, metterli in una padella, aggiungere 1 cucchiaio d'olio e farli appassire.
Unirvi le verdure lessate, i pomodorini interi, salare e fare insaporire per 5 minuti, mescolando ogni tanto con un cucchiaio di legno.
Trasferire tutte le verdure su un foglio di carta da forno sufficientemente ampio, unirvi il timo e condire con l'olio rimasto.
Chiudere il cartoccio e cuocere a 180-200° C per 10 minuti circa.
Servire le verdure direttamente nel cartoccio.


Ricetta salutare, rapida e buona tratta dal Quaderno di Cucina n. 14 Poco fumo e molto arrosto, attuale e utile inserto della "Repubblica" del sabato.


mercoledì 27 giugno 2012

Grand Fooding Milano 2012



È alle porte la terza edizione del Grand Fooding Milano, che si terrà il 4 e il 5 luglio presso la Segheria di via Meda 24. Il tema di quest'anno sarà Pelle all'arrabbiata: un progetto ambizioso dalle proposte sicuramente innovative. Andate a dare un'occhiata!


Ringrazio Arianna che, intenzionata a degustare il "Menù all'arrabbiata", mi ha passato la dritta.

martedì 26 giugno 2012

Pellegrino Artusi



Pellegrino Artusi fu gastronomo e scrittore. Nacque a Forlimpopoli (Forlì) il 4 agosto 1820 da Agostino e Teresa Giunchi. Dopo essersi dedicato agli affari per buona parte della propria esistenza, nel 1870, all'età di cinquant'anni, si ritirò a vita privata, dilettandosi con le letture dei classici italiani. Pubblicò una Vita di Ugo Foscolo (Firenze, 1878) e le Osservazioni in appendice a trenta lettere di G. Giusti (Firenze, 1880). Non furono però i suoi interessi letterari a condurlo alla fama, bensì quelli gastronomici. Nel 1891 uscì a Firenze, stampato a sue spese, La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene, manuale di cucina contenente 475 ricette. Per la compilazione dell'opera Artusi si avvalse sia della propria esperienza personale, frutto dei numerosi viaggi nel nord e centro Italia, sia dell'abilità culinaria dei due cuochi-domestici Marietta Sabatini, di Massa, e Francesco Ruffilli, di Forlimpopoli. Nel manuale le ricette furono fatte precedere da "Alcune norme d'igiene", una sintetica "Spiegazione di voci" relative alla pratica culinaria e una tavola sul "Potere nutritivo delle carni". L'opera riscosse in poco tempo un enorme successo. L'autore continuò ad arricchirla e integrarla, fino a giungere alle 790 ricette della tredicesima edizione. Alla sua morte, avvenuta a Firenze il 30 marzo 1911, La scienza in cucina contava già quattordici edizioni (nella quattordicesima edizione fu aggiunta in appendice la "Cucina per gli stomachi deboli"). A proposito di tale lavoro il Dizionario biografico degli italiani riporta: "L'A. non si proponeva di diventare un caposcuola in materia culinaria, e non si considerò tale anche quando potè contare tra i suoi ammiratori-scolari un Olindo Guerrini; né fu spinto a questi saggi o assaggi dalla ghiottoneria, ma semplicemente perché - e lo dichiarava scherzosamente egli stesso - amava il bello e il buono e gli ripugnava 'di veder straziata, come suol dirsi, la grazia di Dio'. Delle difficoltà incontrate per pubblicare l'opera dà notizia lo stesso A. in una introduzione dal titolo significativo: Storia di un libro che assomiglia alla storia della Cenerentola. La così detta Cenerentola, rifiutata da editori e quasi irrisa da letterati, camminò assai. Oggi si possono contare 62 ristampe e 451.000 copie. Pur trattandosi di un ricettario (790 ricette), con appendici ed indici che ne facilitano la consultazione, il libro ha un interesse storico e letterario. In particolare per la storia del costume, poiché l'A. ha seguito la tradizione romana, italiana e paesana, avvalorandola in guisa che la ben curata cucina, privilegio di corti e ricchi, potesse diventare la tipica cucina borghese e popolare. Ed interesse letterario, poiché l'A., unendo all'utile il dilettevole e quasi conversando leggiadramente col lettore, adorna il suo dire di garbate citazioni, di gustosi aneddoti e di scherzosi riferimenti" (pp. 367-368).

domenica 24 giugno 2012

Gita fuori porta al Monte Generoso




Oggi gita fuori porta. Meta: il Monte Generoso, la montagna più panoramica del Canton Ticino, che, dall'alto dei suoi 1704 m regala una vista spettacolare sulla Regione dei Laghi, la Pianura Lombarda fino agli Appennini e la catena alpina che dal Gran Paradiso arriva al Cervino e dal Jungfrau giunge al Monte Rosa. La vetta del monte si raggiunge in 40 minuti tramite un caratteristico trenino a cremagliera che parte da Capolago, piccolo borgo affacciato sul Lago di Lugano, patria della storica Tipografia Elvetica, che nell'Ottocento, con le sue edizioni "alla macchia", contribuì alla nascita dell'Italia (l'edificio che ospitava la tipografia, ristrutturato, è ancora oggi visibile). Guadagnata la vetta e ammirato il panorama, è possibile cimentarsi nelle più diverse attività. Oppure rilassarsi godendosi un buon pranzo presso il Ristorante Vetta, che, seppur a prezzi che non definirei modici, offre gustosi piatti di cucina tradizionale. Noi abbiamo assaggiato i tagliolini di pasta fresca con ragù di selvaggina, filetto di manzo con patate e polenta con gorgonzola e funghi (da leccarsi i baffi). Partendo dal Ristorante Vetta, in 5 minuti, è possibile raggiungere l'Agriturismo Latte Fresco: cucina tradizionale e pochissimi posti a sedere (non l'abbiamo provato, ma ci sarebbe piaciuto). Nei dintorni altre trattorie, agriturismi, osterie, che si incontrano affrontando diversi sentieri, attraverso una natura incontaminata. Il ritorno verso Capolago può essere effettuato nuovamente in treno, oppure a piedi. Sono 3 ore di cammino: non poche, ma utili per smaltire il pranzo.





venerdì 22 giugno 2012

Filetti di pollo allo zafferano con insalatina novella





Ingredienti (per 4 persone):

- 600 g di petto di pollo
- 250 ml di latte intero
- 2 bustine di zafferano
- farina
- sale e pepe
- 2 noci di burro
- insalatina novella


Preparazione:

Tagliare il pollo a filetti e infarinarlo.
Scaldare il burro in un'ampia padella e far dorare i filetti.
Salare, pepare e bagnare con il latte in cui è stato precedentemente sciolto lo zafferano.
Lasciar cuocere per pochi istanti.
Adagiare i filetti su di un letto di insalatina fresca.


Altra preparazione facile, ma gustosa!


Ricetta tratta dal libro di B. Torresan, Zafferano, Milano, Guido Tommasi Editore, 2012, pp. 42-43.

mercoledì 20 giugno 2012

Al Matarel di Milano




"L'apparecchiata è da trattoria (saliera, stuzzicadenti, grissini confezionati, posacenere sponsorizzati), i prezzi da ristorante. A Milano è normale, e se non ti va bene potevi startene a casa tua. Il menù è invernale, mentre in corso Garibaldi l'asfalto sta sciogliendosi sotto il sole. In Lombardia è normale, si vede che gli avi mangiavano cassoeula anche a Ferragosto. Sfogliando la carta dei vini si trova qualche rosso frizzante piemontese da provare ma quello che c'è in lista non c'è in cantina e quello che c'è in cantina non c'è in lista. In Italia è normale, la notizia che con un computer e una stampante si può aggiornare la carta ogni settimana non è ancora arrivata. Anno più anno meno, che fretta c'è. È solo grazie a un cameriere di buona memoria che si viene a sapere di un Dolcetto d'Alba di Prunotto, vino e azienda mai molto emozionanti ma sempre affidabili. E sia.
La cucina reazionaria (meneghina irriducibile) del Matarel è stata scelta in abbinamento con la pittura reazionaria (figurativa estrema) di cui si dovrà concionare dopo pranzo all'accademia di Brera. In simile contesto il commensale più giusto sarebbe stato Giulio Durini di Monza, ma quando gli si telefona il contino pittore ha sempre di meglio da fare: un ritratto per Marcello Pera, un quadro per Peter Glidewell, cose così... E allora si ripiega su Luca Beatrice, critico d'arte progressista, che infatti storce il naso di fronte ai nervetti, ghiottoneria da Milano del Porta. Superati gli antipasti, fra cui un succulento fettone di salame, che visto spessore e stagionatura qualcuno potrebbe prendere per hamburger di maiale semicrudo, si passa al minestrone semifreddo alla milanese, unico piatto compatibile con l'estate incipiente. È buono e fa bene ma la vera meraviglia del Matarel è il rustin negàa. Le grafie sono molteplici, come pure le varianti della ricetta. Ma dovrebbe sempre trattarsi di nodino di vitello (con l'osso) annegato nel vino (da cui il nome). Il tutto poi, seppellito di patate e passato al forno. Quanti ristoranti saranno rimasti a Milano, quindi in Italia, cioè nel mondo, a preparare il rustin? Tre? Quattro? Cinque? Insomma, se uno lo vuole provare è meglio che si sbrighi. I dolci sono più comuni ma ugualmente ben confezionati: zuppa inglese e castagnaccio (a maggio?)sono un trionfo di voluttà e di zuccheri. Tutto il pranzo si svolge sotto la benedizione di un ritratto di Garibaldi, opera di Nani Tedeschi e regalo di Bettino Craxi (con tanto di firma e di data: 1990). Il Matarel è un pezzo di storia patria, al tempo della Milano da bere qui si riuniva ogni lunedì lo stato maggiore socialista. Venirci a mangiare oggi significa essere nostalgici ma anche buongustai (se solo eliminassero i grissini)".

In C. Langone, Maccheronica. Guida reazionaria ai ristoranti italiani, Milano, Mondadori, 2004, pp. 40-41.

Opinione aggiuntiva: tutti dovrebbero avere la loro personale esperienza Al Matarel.

martedì 19 giugno 2012

La patata (Umiltà)


Per prestanza e compiacenza
sempre eccelle la patata,
sia che fatta con frittata,
sia impastata per croquet.

Sempre umìle, a carne accanto,
in tortiera, al forno o fritta,
è paziente e mai afflitta
per contorno in figurar!


Componimento tratto da A. Buonocore, Il canzoniere degli ortaggi, Napoli, Ditta F. Casella fu G., 1910.

lunedì 18 giugno 2012

Suq Genova




Fino al 24 giugno la Piazza delle Feste del Porto Antico di Genova ospiterà la quattordicesima edizione della manifestazione interculturale Suq Genova. A illustrarne il tema, Identità e differenze, accanto a spettacoli, incontri letterari, dibattiti, laboratori e spazi dedicati all'artigianato, 15 ristoranti etnici che permetteranno di avvicinarsi a diverse tradizioni culinarie assaggiando specialità della cucina araba, ghanense, haitiana, indonesiana, indiano-pakistana, keniota, ligure, marocchina, senegalese, sud-americana, tunisina e messicana.

Aperto dalle 16.00 alle 24.00; dalle 12.00 nei giorni festivi. Ingresso libero.
Qui potete consultare il programma: http://www.suqgenova.it/index.php?id=260

venerdì 15 giugno 2012

Tagliolini allo scorfano




Ne vado orgogliosa!

Ingredienti:

- 1 scorfano di ca. 600 g
- 1 spicchio d'aglio
- 1 cipolla
- prezzemolo
- basilico
- vino bianco secco
- polpa di pomodoro
- peperoncino
- 250 g di tagliolini
- sale e pepe


Preparazione:

Pulire con cura lo scorfano, privandolo delle viscere, delle squame e delle pinne laterali.
Tritare il basilico, il prezzemolo, la cipolla e l'aglio e farli appassire in un tegame con olio e peperoncino.
Versare un bicchiere di vino bianco e lasciar evaporare.
Aggiungere la polpa di pomodoro, regolando di sale e pepe.
Coprire la pentola e far cuocere il tutto per ca. 10 minuti a fuoco basso.
Porre nel sugo ottenuto lo scorfano intero e proseguire la cottura, sempre con coperchio, per altri 20 minuti.
Estrarre il pesce dal tegame e deliscarlo attentamente.
Nel frattempo cuocere i tagliolini in abbondante acqua salata.
Reimmettere la polpa dello scorfano nel sugo.
Una volta cotta, unire la pasta al sugo.
Spolverizzare il piatto con prezzemolo fresco tritato.


Anche per questa ricetta ringrazio l'Atelier dei Sapori di Milano.

giovedì 14 giugno 2012

Melanzana


"Il frutto di questa pianta si magia comunemente in estate e in autunno nelle provincie meridionali della Francia. Di solito le melanzane si preparano così: si tagliano longitudinalmente a metà, si praticano profonde incisioni nella polpa, senza però tagliare la buccia, si cospargono di sale e pepe, si coprono di mollica di pane e prezzemolo sminuzzato, si innaffiano con molto olio e si mettono così condite in forno o sulla griglia. Si possono anche tagliare a fette longitudinali: dopo averle sbucciate si coprono di una pastella fine e si preparano come frittelle da friggere. Si mangiano anche al sugo come i cardi, con carne di pecora, sotto forma di quel ragù popolare che a Parigi e nei dintorni è chiamato haricot.
Questo frutto ha poco sapore da solo, ma costituisce un'ottima base per le diverse preparazioni di cui abbiamo appena parlato.
Quasi tutti gli autori, compreso il continuatore della Matière médicale di Geoffroy, convengono che la melanzana è un alimento non solo freddo e insipido, ma anche cattivo quanto i funghi, ventoso, che provoca indigestioni, febbre, ecc. Tutti questi autori sbagliano: a Montpellier, per esempio, se ne mangiano per quattro mesi consecutivi, almeno altrettanto che i piselli a Parigi, nello stesso periodo, cioè quasi due volte al giorno su una gran parte delle tavole: soprattutto gli stranieri le trovano molto appetitose e ne mangiano molte. Se ne trovano, da qualche anno a questa parte, in parecchi orti parigini e ho visto molte persone, che già conoscevano questo cibo, farne cucinare ripetutamente e servirlo a varie persone per il cui stomaco si trattava di un alimento insolito; posso assicurare di non aver mai visto il consumo di questo frutto seguito da inconvenienti maggiori di quelli provocati dal più innocente dei cibi".

Voce dell'Encyclopédie di Diderot e D'Alembert tratta da Il cibo e l'alimentazione, a cura di C. Ferrari, Milano, Gabriele Mazzotta editore, 1981 (collezione dell'Enciclopedia), p. 96.

mercoledì 13 giugno 2012

Ratatouille con focaccia fatta in casa





Domenica, idea brillante: picnic! Così ho pensato di preparare un pranzo frugale, ma sfizioso: ratatouille con focaccia fatta in casa.

Ingredienti per la focaccia:

- 25 g di lievito di birra fresco o 1 cucchiaio scarso di lievito secco in granuli e 1/2 cucchiaino di zucchero
- 300 ml di acqua calda
- 900 g di farina bianca di grano
- 2 cucchiai di sale
- 4 cucchiai di olio d'oliva


Preparazione della focaccia:

Preparare il lievito.
Setacciare la farina e il sale in una bacinella e fare la fontana al centro.
Aggiungere il lievito, l'acqua restante e l'olio d'oliva.
Mischiare e impastare su una spianatoia infarinata per 10 minuti.
Formare una palla con l'impasto e farla rotolare in una bacinella oleata.
Coprire con un panno umido e lasciare lievitare per 1-2 ore.
Impastare per 2-3 minuti, incorporando 3 cucchiai di foglie di rosmarino fresco.
Lasciare riposare 5 minuti.
Spianare l'impasto, in una teglia larga, con le dita leggermente infarinate.
Coprire e fare lievitare per 30-45 minuti.
Affondare le dita nell'impasto, poi cospargere la focaccia di sale grosso.
Cuocere in forno a 220°C per 30-35 minuti.


Ingredienti per la ratatouille:

- 2 zucchine
- 2 peperoni
- 1 melanzana
- 1 cipolla
- alloro
- prezzemolo
- rosmarino
- timo
- olio extravergine d'oliva
- aglio
- sale
- pepe


Preparazione della ratatouille:

Mettere in una teglia da forno zucchine, peperoni, melanzane e cipolle affettati.
Unire un mazzetto aromatico (io utilizzo alloro, prezzemolo, timo e rosmarino).
Versarvi 3-4 cucchiai di olio extravergine d'oliva, aglio schiacciato, sale e pepe a piacere.
Mischiare bene.
Cuocere in forno a 180°C per circa 1 ora, girando.


È piovuto e i programmi sono saltati, ma ciò non ci ha impedito di gustare questo buon piatto!

martedì 12 giugno 2012

Solar Schiscetta



Sono piuttosto scettica a riguardo, dato che in estate, quando c'è il sole, uno non ha tendenzialmente bisogno di scaldare il cibo, perché generalmente si apprezzano maggiormente i piatti freddi, mentre in inverno, quando avresti la necessità di riscaldare, spesso il sole non c'è; ma è un'idea innovativa e potrei sbagliarmi, per cui lascio giudicare a voi:

http://www.normalearchitettura.com/pagina/show?id=30

http://solarschiscetta.tumblr.com/

lunedì 11 giugno 2012

Parmigiano terremotato

Riporto la mail inviatami dalla Coldiretti in risposta alla mia richiesta di acquisto di Parmigiano "terremotato", sperando possa essere utile anche a voi.

"La ringraziamo sinceramente per il Suo  interesse nei confronti di una produzione duramente colpita dal recente terremoto, dalle stalle, ai caseifici fino ai magazzini di stagionatura. Il  sistema del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano sono stati fortemente danneggiati con circa un milione di forme crollate a terra a seguito delle ripetute scosse che impediscono a breve la ripresa dei lavori in condizioni di sicurezza. Questo determina di conseguenza difficoltà nella distribuzione del prodotto “salvato”, che va estratto dalle “scalere” accartocciate, verificato qualitativamente e poi trasferito in opportuni locali prima di poter essere posto in vendita. Abbiamo perciò ritenuto opportuno mettere a disposizione nel sito http://emergenze.coldiretti.it tutte le informazioni aggiornate relative alla commercializzazione nelle diverse regioni italiane anche attraverso la rete di vendita degli agricoltori di Campagna Amica.
 Cordiali saluti.
Ufficio relazioni esterne Coldiretti"

Sul sito indicato troverete tutte le informazioni necessarie per acquistare direttamente il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano presso determinati punti vendita.

Per chi abita o lavora a Milano:
Domani, dalle 16 alle 21, in piazza San Fedele, sarà possibile gustare un buon risotto accompagnato da un bicchiere di Lambrusco. Il ricavato delle offerte libere andrà a favore dei terremotati dell'Emilia. In tale occasione sarà allestito anche un mercatino dove sarà possibile acquistare porzioni di forme di Grana e Parmigiano provenienti dalle zone più colpite dal sisma (fonte "Metro" dell'11 giugno 2012).

sabato 9 giugno 2012

Orata al forno




Stasera pesce!!!

Ingredienti:

- 1 orata (600 g ca.)
- 2 spicchi d'aglio
- pomodori datterini
- olive nere
- 1 cucchiaino d'origano secco
- 2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
- 1 bicchiere d'acqua
- 1 ciuffo di prezzemolo
- vino bianco secco (se piace)
- peperoncino
- sale
- pepe


Preparazione:

Lavare il pesce accuratamente.
Praticare tre tagli superficiali a metà di entrambi i filetti e insaporire le cavità con poco sale e una fetta di aglio pelato e privato del germe interno.
Tagliare a metà i pomodorini.
Porre il pesce in una pirofila aggiungendo i pomodorini, le olive, l'aglio, il peperoncino, l'origano, l'olio, l'acqua, il prezzemolo in foglie e, a piacere, un po' di vino bianco secco.
Salare e pepare.
Infornare e cuocere per 25 minuti ca. a 190°C.
Durante la cottura bagnare il pesce con il sughetto.


Per questa ricetta ringrazio l'Atelier dei Sapori di Milano, che mi ha fornito le basi necessarie per cucinare il pesce come si deve.

venerdì 8 giugno 2012

Bukëzir


Ingredienti:

- 350-400 g di bietole pulite
- 2 fette di pane raffermo (100-130 g)
- 1 cipolla media
- 3 spicchi d'aglio
- 350 g di peperoni (2 peperoni)
- 6 pomodori freschi (400-450 g puliti)
- 1 dado vegetale
- 1 pizzico di peperoncino piccante
- parmigiano q.b.
- 10 cucchiai d'olio
- 3-4 bicchieri d'acqua


Preparazione:

Tagliare un paio di fette piuttosto spesse di pane raffermo e ridurle a cubotti (il pane più adatto è quello pugliese oppure quello di grano duro).
Lessare le bietole per 10 minuti ca. in poca acqua salata (3 bicchieri ca.).
Quando sono cotte ma ancora croccanti, aggiungere i cubotti di pane raffermo; non appena quest'ultimo si ammorbidisce (attenzione però che non si disfi) scolare bene il tutto, e tenerlo da parte.
Pulire i peperoni: togliere accuratamente i semi e le costolette bianche che si trovano all'interno, tagliarli a pezzetti non troppo piccoli, di 4 cm ca. di lato.
Soffriggere nell'olio la cipolla tagliata a fette sottili, l'aglio tritato, i peperoni puliti e tagliati a pezzetti e il peperoncino piccante.
Quando è tutto rosolato unirvi il pomodoro (se si usa quello fresco va pelato e tritato) e un dado vegetale.
Cuocere la bukëzir a fuoco moderato finché non si sia un po' ristretta e il pomodoro si sia addensato; se invece risultasse troppo asciutta aggiungere un altro bicchiere d'acqua calda, quindi unire le bietole con il pane precedentemente scolati.
Aggiustare di sale e di peperoncino, cospargere con del parmigiano e lasciare riposare prima di servire.


Ricetta tratta dal libro di Patricia Roaldi, Ricette (quasi) dimenticate, fotografie di Fulvio Pallavicini, Milano, Red Edizioni, 2009, pp. 14-15.

giovedì 7 giugno 2012

Cupcakes al cioccolato con lamponi e nocciole


Ingredienti:

- 225 g di farina bianca
- 90 g di cioccolato fondente
- 1 cucchiaino di lievito in polvere
- 125 g di burro
- 200 g di zucchero semolato
- 2 uova
- 1 cucchiaino di essenza di vaniglia
- 1,25 dl di panna
- 250 g di crema alla nocciola (io uso la Nutella!)
- 30 g ca. di lamponi freschi
- nocciole tostate
- sale


Preparazione:

Preriscaldare il forno a 180°C.
Setacciare la farina, il lievito e un pizzico di sale in una terrina di media grandezza.
Far fondere a bagnomaria il cioccolato, con l'acqua che sobbolle appena, lasciandolo poi raffreddare leggermente.
Lavorare il burro e lo zucchero in un'altra terrina di media grandezza fino a ottenere una crema chiara.
Unire le uova, uno per volta, mescolando brevemente.
Aggiungere il cioccolato e la vaniglia.
Incorporare gradualmente la farina, alternandola con la panna.
Versare il composto in modo uniforme negli stampini, riempiendoli per circa due terzi.
Far cuocere le tortine per 15-20 minuti, controllando la cottura con uno stuzzicadenti, che dovrà risultare asciutto.
Lasciarle intiepidire negli stampini per 5 minuti e poi rovesciarle.
Rigirarle e farle raffreddare completamente.
Spalmare le tortine con abbondante crema alla nocciola e guarnirle con le nocciole tostate e i lamponi.

Successo garantito!

Nota: questa ricetta è una libera interpretazione tratta da un volume fantastico, Il libro d'oro del cioccolato, Milano, Mondadori, 2007.

mercoledì 6 giugno 2012

Cuscus


Il cuscus (couscous in grafia francese) è una preparazione di farina di semola di grano duro di origine araba. La parola è di incerti natali, dato che in arabo tale preparazione è definita t’aam. Diffusosi in Europa dopo la metà del XIX secolo, in seguito all’occupazione francese dell’Algeria e della Tunisia, il cuscus è parte integrante della tradizione gastronomica di alcune zone italiane, quali Trapani, Livorno e la Sardegna. L’origine del cuscus in Italia pare però dubbia: alcuni sostengono che sia un’eredità diretta dell’occupazione araba nel Medioevo, altri ritengono invece che siano stati i rapporti di lavoro e di affari sviluppatisi in età moderna tra le zone italiane interessate e il Nord Africa, relativi soprattutto al settore della pesca, a favorire l’introduzione nel Bel Paese della gustosa preparazione (questo è ad esempio il caso di Livorno). A favore dell’importazione relativamente recente deporrebbe il fatto che il nome non è arabo, ma nordafricano. Il cuscus non è una preparazione autonoma, ma un impasto che può assumere diverse forme, accompagnando carne o pesce, come minestra o composizione dolce. Insieme di granelli di semola addensati con acqua e olio, può essere costituito anche da farine che non siano di grano duro (per esempio quella d’orzo). Tra il Marocco e l’Egitto è accostato alle preparazioni più varie: ragoût di carni differenti (agnello e pollo), umidi di pesce (soprattutto in Tunisia), stufati di verdura. Esistono anche versioni dolci: alla cannella in Marocco, con pistacchi e frutta secca bagnata nel latte zuccherato in Tunisia. Le ricette tunisine, in particolare la classica con carne di castrato, sono abbastanza diffuse in Italia, oltre naturalmente a quelle siciliane. Una tradizione marocchina, in uso fino a poco tempo fa, reputava una ragazza pronta per il matrimonio solo quando avesse acquisito la pazienza e l’abilità necessarie per la preparazione del cuscus.

Cfr. M. Guarnaschelli Gotti, Grande enciclopedia della gastronomia, a cura dell'Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, Milano, Mondadori, 2008, pp. 603-604.

martedì 5 giugno 2012

Salsicce maremmane per il Giubileo di diamante della regina Elisabetta

Il cibo italiano sa sempre distinguersi. E così le salsicce della nostra maremma sono state tra i protagonisti del Giubileo di diamante della regina Elisabetta II, i cui festeggiamenti, iniziati sabato 2 giugno, si concluderanno oggi con una messa nella cattedrale di Saint Paul, seguita da una sfilata di carrozze che riporterà i membri della famiglia reale a Buckingham Palace per un ultimo saluto dallo storico balcone.
Vi segnalo il link del "Corriere Fiorentino" che ha riportato la notizia:


E quello del Salumificio Silvano Mori, che ha "firmato" le salsicce:

domenica 3 giugno 2012

Cuscus ai sapori dell'orto


Oggi ho deciso di fondere i sapori del Medio Oriente con quelli dell'orto di mio suocero Sante, rigoglioso frutto di passione, duro lavoro e dedizione.
Ne è risultato questo Cuscus ai sapori dell'orto.

Ecco gli ingredienti:

- 250 g di semola di grano duro (cuscus precotto)
- 2 carote
- 2 zucchine
- acqua
- olio extra vergine di oliva
- prezzemolo
- menta
- sale
- pepe
- peperoncino macinato

Preparazione:

Preparare il cuscus precotto seguendo le istruzioni riportate sulla confezione.
Versare tre cucchiai di olio extra vergine d'oliva in una padella e far rosolare le zucchine e le carote precedentemente tagliate a cubetti. Solo per pochi minuti: le verdure devono rimanere croccanti.
Aggiungere alle verdure un po' di pepe e di peperoncino macinato.
Unire il tutto al cuscus, cospargendolo con un trito di prezzemolo e foglie di menta.

Un piatto veloce, veloce, veloce, ma gustoso e salutare!

Tatin di lamponi con gelato di crema


Sfogliando il numero di giugno della rivista "Sale&Pepe", ricco come al solito di accattivanti ricette, la mia attenzione è stata in particolar modo colpita dalle pagine dedicate ai Dolci sotto sopra. Tra questi ho trovato la ricetta della Tatin di lamponi con gelato di crema, rapida da realizzare, ma di forte impatto.

Ecco gli ingredienti:

- 240 g di farina
- 220 g di burro
- 4 uova
- 260 g di zucchero
- 2 cucchiaini colmi di lievito vanigliato in polvere
- 300 g di lamponi
- 1/2 arancia
- gelato di crema per servire
- un pizzico di sale

Preparazione:

Spremere il succo dell'arancia.
Raccogliere in una casseruola 100 g di zucchero, 20 g di burro e 2 cucchiai del succo d'arancia e cuocere la salsa su fiamma bassissima fino a che lo zucchero si è sciolto.
Spegnere, unire 300 g di lamponi e mescolare.
Imburrare uno stampo in metallo di 20 cm di diametro e versare sul fondo i lamponi con il loro fondo di cottura.
Montare a crema il burro con lo zucchero rimasti, unire un uovo e un cucchiaio colmo di farina setacciata con il lievito.
Mescolare e ripetere fino a esaurire le uova.
Unire poi la farina rimasta, il sale e mescolare.
Versare l'impasto nello stampo sopra i lamponi, livellandolo con una spatola.
Cuocere la torta in forno caldo a 180° per circa 50 minuti.
Verificare la cottura inserendo al centro uno stecco di legno che deve uscire asciutto.
Lasciare intiepidire la torta, poi staccarla dal bordo dello stampo con l'aiuto di un coltello.
Appoggiare sopra lo stampo il piatto da portata, rovesciare la torta e sformarla.
Servirla tiepida o fredda con il gelato.

venerdì 1 giugno 2012

Zafferano

Oggi, in pausa pranzo, sono andata a fare un giro alla Hoepli, sezione Libri di cucina, e ho sfogliato alcuni volumi della Guido Tommasi Editore.
Me ne è capitato in mano uno che la mia amica Paola definirebbe "davvero grazioso": Zafferano, di Barbara Torresan, Milano, Guido Tommasi Editore, 2012.
Le ricette proposte, accompagnate dalle accativanti fotografie di Silvia Luppi, sono divise in varie sezioni: I classici, I contemporanei, Gli alternativi, Le ricette dello chef e I consigli più golosi.
Tanti modi per cucinare impiegando la preziosa spezia!
Vi segnalo la possibilità di incontrare l'autrice mercoledì 6 giugno alle ore 19.00 presso la Libreria Gastronomica Malafarina.